martedì 12 novembre 2013

LISBONA,tra fado e poesia.


Bianca,sinuosa,sospesa sull'oceano e spazzata dal vento....meta di fughe romantiche,tra scorci sul Mar de Palha,riti antichi,sferragliate di vecchi tram e caffè foderati di azulejos....labirinto di stradine che conducono a piazzette piene di tascas,le trattorie dei quartieri antichi.
Appena arrivati a Lisbona si intuisce la caratteristica del popolo portoghese a tendere verso l'infinito,come se fosse una questione genetica.Un popolo che si racconta carico di "saudade"nei versi del Pessoa e con la voce di Amalia Rodrigues nelle note del fado.Da qui,nei secoli,sono partiti alla scoperta del mondo,hanno varcato quella linea invisibile che separa il Tago dell'oceano e che si avverte appena per un'increspatura più violenta dell'acqua oltre i fari di Oerias e Trafara.
...l'avevo letta tra le pagine del pessoa...l'avevo ascoltata nel sottile lamento del fado,con la sua nostalgia tipicamente portoghese...l'avevo immaginata come il luogo della "revolucion"...e poi,quandi si è svelata ai miei occhi,ho scoperto che è fatta anche di scintillanti palazzi e grattacieli e di elevador,i tanti ascensori che servono a scavallare le valli e salite della città.
Ho scoperto che è un melting pot di razze,che sono l'eredità di un impero.Soprattutto nel Barrio Alto,la parte bohemien di lisbona...un miscuglio di etnie,un luogo di ritrovo della notte multietnica....qui,tra mille localini,si incontra la Lisbona d'avanguardia e trasgressiva e la perversa voglia del locale snob nel quartiere malfamato.
La parte più pittorescadi Lisbona è,senza dubbio,l'Alfama,vicino il castello di San Giorgio...quartiere segnato da viuzze strette e tortuose,scalinate,archi,piazzette di cui colpisce il bianco da kasbah.
A vederla dall'electrico 28,questa è una piccola città e viene da chiedersi come sia possibile che abbia in sè quello spirito dell'immensità che ha spinto i suoi figli a solcare tutti i mari alla scoperta di nuovi mondi.
Sembra angusta guardando la cattedrale-fortezza.
Sembra ricchissima,entrando nella chiesa di Sao Roque,dove la cappella di San giovanni Battista si dice che sia la più sfarzosa dimora di Dio che sia mai stata concepita.
Sembra proiettata al futuro visitando il quartiere dell'expo al Parco delle Nazioni,dove sfoggia architetture ultramoderne,megastore e l'Oceanarium...il mare diventato stupore,dove la biologia e la tecnologia hanno riunito insieme tutti gli oceani.
Girare per Lisbona è come correre nel tempo...ti passano sotto gli occhi le discoteche alla moda,i ristoranti...e poi,bianchissimo,si staglia all'orizzonte il monumento alle scoperte...poche centinaia di metri più in là,verso l'oceano,c'è il monumento "simbolo" di lisbona,la Torre di Belem.
Di questa "Roma Lusitana"arrampicata su sette colli colpiscono a fondo i profumi,il rosso stile "golden gate"dell'altissimo ponte sul Tago,e quella luce un pò speciale che sembravoler dire qualcosa ma non si sa mai cosa.
Il porto,con il mercato della Riberia e le strade con i locali equivoci...i chiostri del monastero dei Geronimiti,tra i più belli del mondo...il merluzzo,re incontrastato delle tavole portoghesi cucinato in mille modi diversi...e poi la notte,la notte che a Lisbona può essere struggente,se ci si infila in una "casa de fado"...può essere incalzante,se si finisce nelle maxidiscoteche ricavate nei vecchi magazzini del porto...può essere esotica se si scelgono i localini afroamericani dell'Alfama.
Si dice che "dove finisce la terra ed inizia il mare,ecco il portogallo" e,in effetti,giungendo a Lisbona,mentre l'aereo scende verso la psta,se si guarda fuori dal finistrino,si rimane disorientati di fronte a quelle rive alte e a tutta quell'acqua che si vede sotto....ci si confonde,non ci si raccapezza...non si riesce a capire quale sia il grande Tago,dove si trovi il suo estuario e dove,finalmente,le alte onde dell'Atlantico.L'unica cosa che si percepisce ,a prima vista,è come il destino di questo Paese sia simile ad una portaerei pronta a lanciare i suoi mezzi,in ogni direzione,sugli illimitati spazi oceanici.









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